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Il linguaggio dimenticato dei simboli 1

     linguaggio dimenticato dei Simboli – dai Sogni ai Cerchi di Grano - parte 1

Durante  il giorno percepiamo la realtà in modo frammentario e incompleto in quanto filtrata attraverso i nostri pregiudizi, i nostri schemi mentali, le nostre paure e ferite. Mentre crediamo di notare tutto (Prima Attenzione), abbiamo dentro di noi un’altra capacità di attenzione (Seconda Attenzione) che registra tutte le cose scartate dall’attenzione normale; le immagazzina, le rielabora e ce le ripresenta attraverso intuizioni, coincidenze, sogni, messaggi simbolici. Cosi, per avere un quadro globale e non più parziale della nostra realtà, per comprendere la nostra verità profonda e quella degli altri esseri con cui siamo in relazione, dobbiamo lasciare che sia la Seconda Attenzione e a illuminare gli angoli bui e a rivelarci i colori meravigliosi della nostra vita. I sogni sono un fenomeno della Seconda Attenzione. Quando dormiamo e sogniamo, il nostro emisfero destro si attiva notevolmente, mentre è più passivo durante lo stato di veglia.  Chiamato anche cervello “silente”, esso processa le informazioni oniriche in modo analogico, tramite metafore, immagini e simboli piuttosto che attraverso parole e concetti, peculiari dell’emisfero sinistro. Questo codice di rappresentazione simbolica rappresenta uno scoglio per la maggior parte delle persone, scoraggiandole dall’interessarsi ai loro sogni. Una certa pratica e confidenza con il linguaggio simbolico e metaforico si rende necessaria per saperli decifrare. In realtà questo linguaggio non ci è estraneo  dal momento che in ognuno di noi esiste già una dimensione creativa e intuitiva che lo utilizza naturalmente. È la dimensione degli artisti, dei poeti, dei bambini,  di chi vive a stretto contatto con la Natura, degli Aborigeni…  Erich Fromm scrisse che il linguaggio simbolico è quell’ «unico linguaggio universale che la specie umana abbia mai creato, linguaggio dimenticato dall’uomo moderno, ma che detta la sua grammatica e la sua sintassi, le medesime, sia ai miti che alle fiabe e ai sogni, e cioè a quel complesso di creazioni che costituiscono una delle più importanti fonti di saggezza, cioè il mito, e insieme al pozzo degli strati più profondi della nostra personalità». 

I simboli sono informazioni codificate – a volte in forme molto ricche,altre volte essenziali – che trasmettono messaggi in modo immediato e intuitivo, e cioè senza passare attraverso un’analisi concettuale. Le nostre interpretazioni rimangono comunque personali e soggettive. Non è possibile che due individui, per quanto intimi possano essere, attribuiscano lo stesso significato alla medesima immagine o allo stesso simbolo. Li interpretiamo tramite associazioni del tutto personali e si caricano del significato che essi assumono nella nostra storia  personale.  Ogni cosa, personaggio, luogo, azione, parola  del sogno ha una valenza simbolica. Rappresentano ciò che sono nella realtà di veglia, ma non solo. Rappresentano anche la relazione che abbiamo con questi aspetti della nostra vita quotidiana, come li percepiamo. (segue)

Marie Noelle Urech

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