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Dare un significato a ciò che ci "accade"

Dare un significato a ciò che ci “accade”

L’esperienza non è ciò che ti accade; è ciò che fai con ciò che ti accade.  Aldous Huxley

Dall’inizio dei tempi, l’uomo si è sempre adoperato per trovare soluzioni ai suoi problemi fisici, materiali ed esistenziali, per sopravvivere a carestie, guerre, malattie, perdite. Ciò è possibile perché siamo “programmati” per resistere alle sventure, superarle, e convivere quotidianamente con lo stress, al punto che si potrebbe dire che l’abilità di combattere e rialzarsi  più forti di prima è la regola nel mondo umano,  e oggi la chiamiamo  chiama “resilienza”. La resilienza è quindi la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi  traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle avversità, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.  L’Inatteso ci pone di fronte ad una serie di domande da cui non è possibile fuggire:« Perché proprio a me?»  «Che senso ha?». La ricerca di una risposta chiarificatrice,  di  un senso, seppure mai definitivamente compiuto, ci permette di vedere oltre, di ricollegarci ad un Disegno più grande, di dare uno nuovo slancio alla nostra esistenza e perfino di raggiungere mete importanti. 

Viktor Frankl, psichiatra e psicoanalista austriaco, sopravvissuto ad una lunga prigionia nei campi di concentramento di Dachau e Auschwitz, in cui perì la sua famiglia, scrisse Alla ricerca di un significato della vita e I fondamenti spirituali della logoterapia. La logoterapia, un nuovo approccio psicoterapeutico da lui fondato, è volta alla ricerca del significato (logos) della Vita, che sottolinei la capacità dell’uomo di porsi in maniera attiva e responsabile di fronte a condizionamenti severi o a ciò che gli viene richiesto dalla vita. L’agire umano è guidato, secondo questa psicoterapia, verso la ricerca del senso, della “verità esistenziale” nelle sue diverse manifestazioni.  In maniera rivoluzionaria, Frankl esprime la sua profonda convinzione che, sempre e dappertutto, l’uomo è capace di trascendersi, di guardare oltre i ristretti orizzonti del quotidiano, di attingere alle profondità spirituali del proprio inconscio, non più, quindi, unico e inesorabile ricettacolo di istinti e impulsi ciechi, privi di qualsiasi spiraglio di autentica libertà, così come per decenni ha insegnato la psicoanalisi classica. In qualche modo, Frankl sottolinea l’importanza di trascendere il nostro modo di vivere quotidiano e le nostre reazioni di fronte alla vita. Applicando questi concetti a situazioni estremi, diventa fondamentale attingere alle risorse più profonde del nostro essere per dare un senso a ciò che sta accadendo e alla nostra vita. L’Inatteso non è una punizione, non è una disgrazia, non è colpa di qualcuno o di qualcosa. Non è un evento “casuale”, meccanico, privo di senso, come sembra a molte persone. Non è un Destino. È una autentica esperienza iniziatica, che ha lo scopo di cambiare la percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri.  

Marie Noelle Urech

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