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Le due domande da farsi davanti al corona virus

Le due domande da farsi  davanti al corona virus

 

  • A chi porta vantaggio?  la famosa locuzione latina “ Cui prodest?”  
  • Quale è il fine ?

 

Alla prima domanda ci sono più risposte possibili tra cui il mettere un freno all’espansione economica della Cina, e ricondurre alcuni paesi occidentali nei binari protettivi dell’Europa che sta contrattando la riforma del MES e altre manovre mentre tutti sono distratti dal corona virus.  Il mondo continua a girare e le guerre economiche e geopolitiche imperversano senza che ce ne preoccupiamo più, tutti focalizzati sul corona virus che occupano tutti i media da settimane con notizie contraddittorie, terroristiche e non sempre attendibili.

Un altro beneficiario senz’altro sono le multinazionali farmaceutiche che presto tireranno fuori nuovi vaccini (e non solo contro il corona virus) che la popolazione accetterà  con sollievo,  tutti vorranno farsi vaccinare anche per prevenire altri virus!

 

Alla seconda domanda, ecco alcuni scenari probabilistici (ce ne saranno altri che non mi è possibile identificare in questo momento) Risuona molto attuale "il fine giustifica i mezzi" di Machiavelli

  •  la situazione del corona virus potrebbe essere una sperimentazione sociale, in vista di un evento futuro che richiederà un maggiore controllo delle masse. In Cina l’esercito ha preso in mano la situazione e vigono restrizioni degne della legge marziale!  I Cinesi sono già un popolo modellato all'ubbidienza all’autorità.
  • La formalizzazione di un esercito europeo che controlli le popolazioni imponendo misure politiche e sanitarie straordinarie che risulterebbero impopolari o inaccettabili in tempi normali
  • Fra pochi mesi, usciranno nuovi vaccini e di nuovo ritorniamo ad un giro di affari colossale per le multinazionali farmaceutiche.

 

Il cosiddetto “ decalogo di Chomsky” (anche se non scritto direttamente dal grande filosofo e teorico della comunicazione, ma contenente il suo pensiero spiega dieci regole riguardanti il controllo delle masse, ovvero, delle strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico attraverso i media in modo da fabbricare il consenso e assicurarsi che le scelte e gli orientamenti siano strutturati in modo tale che le persone facciano docilmente quello che viene detto loro e sono:

 

1. La strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o dell’inondazione di continue distrazioni e informazioni insignificanti.

 

2. Creare problemi e poi offrire le soluzioni. Si crea un problema o un caso apposta per provocare una certa reazione da parte del pubblico, e fargli credere di essere il promotore delle misure che si vogliono imporgli.

 

3. La strategia della gradualità, che rende accettabile una misura inaccettabile mediante una sua applicazione graduale, a contagocce. Così sono stati imposti i mattoni del neo-liberismo: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione, decurtazione dei salari. Applicati contemporaneamente, questi cambiamenti avrebbero provocato una rivoluzione!

 

4. La strategia del differire, che presenta una misura impopolare come “dolorosa e necessaria”, ma da prendere in futuro. Così il sacrificio non è immediato, e si può sempre sperare che non sarà necessario. Questo permette di abituarsi all’idea del cambiamento, e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

 

5. Rivolgersi al pubblico come a un bambino o a un deficiente, con discorsi, argomenti, personaggi e intonazioni particolarmente infantili, spesso patetiche. Come si legge nel manuale Silent weapons for quiet wars: “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se fosse un suggestionabile adolescente, la sua risposta o reazione sarà sprovvista di senso critico, appunto come quella di un suggestionabile adolescente”.

 

6. Usare l’emotività invece della riflessione. L’emotività è l’arma migliore per provocare un corto circuito della razionalità e del senso critico. E permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure, timori e ossessioni, e indurre determinati comportamenti.

 

7. Mantenere il pubblico nell’ignoranza fa sì che esso sia e rimanga incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.

 

8. Stimolare il pubblico ad assuefarsi alla mediocrità lo spinge a credere che è accettabile, e anche di moda, essere stupidi, volgari e ignoranti.

 

9. Rafforzare l’auto-colpevolezza si ottiene facendoci credere che siamo causa dei nostri mali. Così, invece di ribellarci contro il sistema economico, finiamo con l’incolpare noi stessi e deprimerci. Il risultato è l’inibizione dell’azione, senza la quale non può esserci nessuna reazione!

 

10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano. I progressi della biologia, della neurofisiologia e della psicologia applicate hanno ormai generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élite dominanti. Il sistema ci conosce meglio di noi stessi, e ci controlla meglio e più efficacemente di quanto possiamo fare noi stessi.

Marie Noelle Urech

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