di Marie Noelle Urech
Siamo giunti ad una svolta cruciale per il nostro paese, così come per l’Europa a cui siamo uniti da un contratto feudale di signoraggio. Il corona virus ha interrotto i contatti, gli incontri di gruppo, lo scambio affettivo e intellettuale tra le persone, anche se riusciamo a recuperarli grazie a internet, per quanto in modo limitato. I baci e gli abbracci sono diventati virtuali, come presto faranno i nostri soldi contanti. Questo è il processo al quale andiamo incontro: la smaterializzazione indotta dalle nuove tecnologie. Il corona virus ci ha separati, barricati in casa dal coprifuoco ! Separati, viviamo di più la paura e quindi diventiamo più suggestionabili e malleabili, non possiamo più confrontarci con gli altri. Nel mondo animale, si sa che il branco affronta meglio il pericolo, è una forza di opposizione o di soluzione. Ma ora come siamo, ridotti al silenzio e all’inerzia davanti ad un pericolo che sfregia la nostra salute e la nostra sopravvivenza economica, aspettiamo che qualche salvatore esterno, che siano gli alieni o i maestri ascesi , lo Stato, la BCE o i vaccini ci venga a tirare fuori da questo collasso. Dobbiamo prendere atto che da decenni i governanti di questo paese si sono venduti l’anima e quella dell’Italia. Dobbiamo accettare di vederli come i burattini di una oligarchia economica mondiale a cui abbiamo affidato le nostre sorti. Da un paio di decenni Il destino dell’Italia è stato inesorabilmente intrappolato tra i binari dell’economia e della globalizzazione da una dittatura sottile che non rispetta più né la costituzione né i diritti sovrani. Ora, regna la paura della morte! Non c’è emozione più primordiale di quella della morte per annullare il pensiero critico, la lucidità, la resilienza. La morte è l’unica cosa di cui siamo certi. La affronteremo tutti! Chi prima, chi dopo molto tempo, che sia per il corona virus, l’influenza, l’allergia ad un farmaco, o per cause naturali. Tanto vale non pensarci troppo ora per unire invece le nostre forze al fine di recuperare l’Anima dell’Italia.
La forza inventiva, la genialità di questo paese, le straordinarie capacità intellettuali, imprenditoriali e artistiche degli Italiani, la loro leggendaria umanità sono state dissipate dal globalismo, assorbite dalla rassegnazione e dalla distrazione. Quando sono venuta a vivere in questo straordinario paese, ormai più di trent’anni fa, ero spesso scioccata dalla maniera con cui gli Italiani si auto-criticavano, dal disprezzo con cui sottolineavano i lori difetti, mentre il resto del mondo ammirava il loro genio e invitava il fior fiore della scienza, dell’ingegneria, dell’arte, dell’imprenditoria italiana a realizzare cose impossibili all’Estero. Questa è l’Anima dell’Italia, quell’Anima che l’ha resa un impero che ha dominato il mondo, che nel suo cuore ha fatto fiorire il Cristianesimo, che ha fatto esplodere la luce del Rinascimento, che ha dato al mondo scienziati, medici, intellettuali e artisti di primo ordine. Questa Anima capace di creare Bellezza ma anche di diventare la 4° potenza economica dell’Europa del XX° secolo! Questi attributi che ritroviamo nella figura di Enea, il mitico fondatore di Roma. Figlio di Venere, la dea dell’amore e della Bellezza, possedeva anche il senso pratico del padre Anchise che era un pastore. Oltre ad essere un valoroso guerriero che lottò strenuamente sia per difendere Troia che il suo insediamento in una nuova patria, la figura di Enea è anche quella di un costruttore di civiltà, di generatore di una nuova stirpe, quella «progenie di eletta virtù che tutto intero dovrà con le armi dominare l’universo» (Eneide, VII 257-258) e di un innovatore. Questo riferimento al mito fondatore è utile per comprendere le origini dell’Anima Italica, della nostra essenza!
Non è possibile auto-denigrarsi e pretendere dei cambiamenti esterni. I cambiamenti sono possibili quando un popolo riconosce e vede la propria Anima. Qualcosa sta emergendo timidamente in questi giorni di reclusione: alcune voci, qualche nota di musica, un canto che si unisce ad altri, da un balcone ad un altro. La resistenza si sta organizzando per il recupero dell’Anima. Ma ci vorrà molta più audacia nei prossimi giorni e settimane, quando gli Italiani dovranno superare la paura e scegliere il proprio futuro, senza delegarlo più al sistema cui aveva consegnato l’Anima del loro paese. È una assunzione di responsabilità. Ogni giorno, esaltiamo le virtù dell’Anima Italica e inorgogliamoci di essere Italiani, ma soprattutto difendiamola ad ogni costo!
Anima Italica, ti vedo e ti onoro!